Dall’Olimpo alle vette Mondiali giovanili e pararowing: che scalata per la Canottieri Moltrasio!

Ci vorrà tempo per capire quello che è successo nell’ultimo mese, nell’ultimo anno, nell’ultimo quadriennio della Canottieri Moltrasio. Un capitolo a parte, ma anche un altro episodio di una saga lunghissima, iniziata a scriversi 102 anni fa e negli ultimi 15 anni tradotta nella lingua internazionale del canottaggio europeo e mondiale.

La Canottieri Moltrasio nel 2024 è (di nuovo) campione del mondo Juniores, è (per la prima volta) campione del mondo Pararowing, è (triplice) qualificata ai Giochi Olimpici, è (abbiamo finito avverbi ed aggettivi) presente in una finale olimpica. E ancora: argento mondiale U23, bronzo mondiale U19, tre medaglie europee, nove atleti convocati in Nazionale, 6 volte campioni d’Italia…difficile riassumere tutto in poche righe e dare una gerarchia d’importanza perché ogni risultato ha la sua storia per chi l’ha conquistato e per chi l’ha sostenuto.

Sicuramente la Canottieri Moltrasio a Parigi 2024 è l’ossimoro sfatato: una società di qualche decina di persone che porta non uno, ma tre atleti nella stessa edizione dei Giochi Olimpici è qualcosa di statisticamente ardito. Elisa Mondelli, Matteo Della Valle e Davide Comini, in primis rappresentanti di Fiamme Gialle e Fiamme Oro, ma ancora tesserati bianconeri a perenne riconoscenza degli inizi e del percorso che li ha portati dove ogni canottiere vorrebbe essere, hanno realizzato il sogno di tutti. Davide Comini è stato il primo a qualificarsi, già un anno fa, e a tenersi stretto il posto su un due senza giovane (insieme a lui, classe 2000, Giovanni Codato, classe 1999), arrivato fino alla Finale B (12° posto finale). Matteo Della Valle si è portato a Parigi tutta la carica di quel boato che a Lucerna si sentì anche nella diretta tv quando, per un centesimo di secondo, l’ammiraglia azzurra, contro tutti i pronostici, guadagnò un posto olimpico che nel bacino di Vaires-sur-Marne è stato onorato al massimo (7° posto finale). Elisa Mondelli aggiunge un altro cerchio ai cinque olimpici: il cerchio che unisce e racchiude la storia di suo fratello, Filippo, che per primo portò in realtà la Canottieri Moltrasio nell’Olimpo metaforico dello sport, qualificando il quattro di coppia a Tokyo 2020, salvo poi rimanere lassù, tra gli dei, prima ancora di gareggiare. Elisa ha saputo trovare motivazione, forza, bravura e compagne per compiere da una parte un passo che la Federazione Italiana Canottaggio mai aveva fatto (non solo portare un otto femminile ai Giochi ma raggiungere addirittura la finale e il 6° posto) e dall’altra una favola che sfuma il tanto dolore e supera ogni difficoltà: a Parigi c’era lei, c’erano i suoi genitori, c’eravamo tutti a spingerla, anche il nonno, mancato proprio in quei giorni. A chiudere il cerchio poi è arrivata anche la medaglia olimpica di Giacomo Gentili, Andrea Panizza, Luca Rambaldi, compagni di barca di Filippo, e Luca Chiumento: gliel’avevano promesso e il destino, finalmente, gliel’ha concesso.

Neanche il tempo di capire dove si era, che ci si ritrova in Canada in un mega mondiale giovanile e di specialità non olimpiche, dove sul podio è salita la caparbietà: la caparbietà di Giulia Clerici, campionessa mondiale in carica del 4x Pesi Leggeri U23, così convinta di ritentare in singolo (lei già argento iridato Junior e bronzo U23) che neanche l’oceano dei suoi studi americani e una preparazione di poche settimane in Italia le hanno impedito di centrare un altro argento mondiale, sempre P.L., sempre U23; la caparbietà di Igor Zappa, che, di origini russe e adottato da genitori italiani, nonostante un grave incidente da piccolo e la lunga riabilitazione, ha sempre remato con gli altri compagni fino a vedere ora riconosciuta l’appartenenza alla categoria PR3 del pararowing e al primo anno conquistare il titolo italiano in singolo e appunto in Canada, dopo ulteriori altre vicissitudini con il collega di barca Luca Conti, addirittura il primo titolo mondiale della Canottieri Moltrasio in una categoria diversamente abile; la caparbietà di Marta e Giulia Orefice, per tutti “le gemelle”, tanto veterane da essere capitane della squadra U19 in Canada, tante volte convocate in azzurro che quasi hai già perso il conto delle medaglie vinte, eppure mancava ancora quella lì, tanto forti da salire su due barche nel giro di 3 ore e vincere l’oro mondiale U19 in quattro con e il bronzo altrettanto mondiale in otto. Campionesse iridate junior così come quel Guglielmo Carcano nel 2011 a Eton dove questa striscia di vittorie, ma soprattutto di ragazzi e ragazze, iniziò ed è continuata sempre sotto la guida e la costanza del presidente Alessandro Donegana e del capo allenatore Alberto Tabacco (oggi in staff con Massimo Bosisio e Paolo Taroni).

Come non citare anche le convocazioni di Nadine Agyemang-Heard, fermata da un problema di salute a metà stagione e in Canada in lotta mondiale sulla barca che ci sta regalando grandi emozioni come nella miglior tradizione del canottaggio (6° posto sull’8+ U23) e di Elisa Bonetti, al terzo anno in Nazionale, di un soffio fuori dalla finale del 4- U19 con tutta la rabbia poi messa in Finale B, dominata. Come non citare tutti gli atleti che non sono (ancora) arrivati a tanto, ma tanto hanno lavorato (i ragazzi del 4 senza, Ciapparelli, Sighinolfi, Bertolini e Bonetti, solo per citarne alcuni) e hanno da lavorare e da divertirsi (come i piccoli della Scuola Remiera Beppe Lucini).

Chissà quanto tempo ci vorrà per capire, per scrivere e rileggere questi capitoli. Intanto ci accontentiamo del sogno.

Francesca Caminada
Addetta stampa Canottieri Moltrasio